sabato 22 ottobre 2011

GIOVANNA D'ARCO, LA PULZELLA D'ORLEANS E PATRONA DI FRANCIA RACCONTATA IN UN EDIZIONE PER BIBLIOFILI



Giovanna d'Arco è un personaggio storico e religioso dalle innumerevoli sfaccettature. Nata in Lorena, da una famiglia contadina e benestante, visse un infanzia sconvolta dalla guerra dei Cento Anni. A tredici anni ha il primo incontro con il divino, con quelle che lei definirà "le sue voci", soprannaturale che in seguito si manifesterà con l'apparizione di San Michele arcangelo, di Santa Caterina e Santa Margherita. Furono queste voci che, all'età di diciassette anni, la spinsero ad partire per salvare la città Orléans. Questa missione la vide indossare l'armatura, cavalcare e combattere, adottando un vessillo, di color bianco, ornato con i gigli di Francia, l'immagine del Salvatore e la scritta "Jésus-Marie". Non fu certo facile compito, ma Orléans fu liberata e in seguito la stessa sorte tocco a Reims. Giovanna d'Arco affermò che queste vittorie furono ottenute per la costante presenza, durante tutta la sua impresa, di una "Guida Divina". Catturata dai soldati fedeli al duca di Borgogna, alleati degli inglesi, fu messa sotto processo dal tribunale, presieduto dal vescovo Pierre Cauchon, e accusata di eresia e stregoneria. Giudicata colpevole, fu bruciata sul rogo nella piazza della città di Rouen e le sue ceneri gettate nella Senna.

Di questo iniquo processo, dove Giovanna d'Arco non ebbe difensori e dove non confessò nessuna colpa, tratta l'edizione di pregio che presento e descrivo.

Le tavole che illustrano il volume sono incisioni originali colorate con il metodo del "au pochoir"
Trascrizione dell'occhietto  LE PROCES DE JEANNE
Trascrizione del frontespizio  JEANNE D'ARC D'après la minute en latin et en français des interrogatoires de la Pucelle durant son Procès de Condamnation en 1431 Traduction en français par Jean Rattaud du manuscrit authentique conservé à la Bibliothéque de l'Assemblée Nationale. Miniatures d'Annie Curtat. Editions du Cadran
Trascrizione della dichiarazione della tiratura - Le tirage de cette édition sur papier vélin pur chiffon de rives a été limité comme suit: 700 exemplaires numérotés de 251 à 950, Exemplaire 400
Trascrizione della soscrizione - Achevé d'imprimer sur les presses de Jean Paul Vibert, à Grosrouvre, le seize octobre 1995. La reproduction des miniatures par le procédé di pochoir a été confiée aux enlumineurs de l'Atelier du Lys et à Nathalie Couderc. La reliure du livre a été réalisée par la Reliure d'Art du Centre, à Limoges, avec le concours de Jean-Jacques Dufay, graveur

Questo libro, ad argomento storico e giuridico, è un edizione per bibliofili, illustrato con grafica originale e edito in lingua francese. 

Il volume è composto da 234 pagine, in carta pesante, tutte con barbe, ogni foglio presenta un decoro che incornicia il testo, sulla sinistra, a motivi floreali, realizzato in quattro colori, sulla destra con fregio tipografico, stampato in color rosso, che si estende al numero di pagina. Capilettera in color nero. Illustrazioni nel testo. Tavole a piena pagina protette da foglio in carta giapponese.


Le tavole che illustrano il volume sono incisioni originali colorate con il metodo del "au pochoir"


La rilegatura è in pelle di color blu, con ricche impressioni in oro e a secco al piatto anteriore, a secco al piatto posteriore, il dorso, con due nervi e impressioni in oro e a secco. Taglio superiore in oro. Unghiature in oro, cerniere in pelle di color blu e guardie in seta. Segnalibro in tessuto di color blu. Custodia rigida in carta stampata a mano di 34,5 x 27 cm.

La rilegatura è in pelle di color blu, con ricche impressioni in oro e a secco al piatto anteriore, a secco al piatto posteriore, il dorso, con due nervi e impressioni in oro e a secco. Taglio superiore in oro. Unghiature in oro, cerniere in pelle di color blu e guardie in seta. Segnalibro in tessuto di color blu. Custodia rigida in carta stampata a mano di 34,5 x 27 cm
La prima illustrazione posta nel testo è una incisione originale colorata con il metodo del "au pochoir".

Le illustrazioni delle tavole e della prima illustrazione posta nel testo sono realizzate con il metodo del "au pochoir".
La tecnica artistica del "au pochoir" consiste nel colorire le immagini, a mano, stendendo il colore nelle prestabilite campiture, usando delle mascherine, realizzate appositamente per il soggetto da abbellire. Nella maggior parte dei casi il supporto dell'immagine è la carta, ma ha applicazioni anche sul cartone, sulla masonite e su supporti in legno. Con questa tecnica si realizzarono delle produzioni artistiche seriali. Ebbe la sua massima diffusione, in Francia, dall'inizio del novecento fino agli anni trenta, per i costi, cadde in disuso dal secondo dopo guerra, sopravvivendo solo per il decoro di edizioni di pregio.

Le tavole che illustrano il volume sono incisioni originali colorate con il metodo del "au pochoir"






Le tavole che illustrano il volume sono incisioni originali colorate con il metodo del "au pochoir"

IN ACCORDO CON LA LEGGE 22/04/1944 NUMERO 633, CONSOLIDATA NEL 2008, SULLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE, L’INTERO CONTENUTO DI TESTI, IMMAGINI E SUONI PUBBLICATO IN http://maremagnumeu.blogspot.com/ E’ PROPRIETA’ PRIVATA, SALVO QUANDO DIVERSAMENTE SPECIFICATO. NE SONO STRETTAMENTE PROIBITI, LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, E QUALUNQUE ALTRO USO SENZA ESPLICITA AUTORIZZAZIONE. OGNI ABUSO SARA’ PERSEGUITO A NORMA DELLE LEGGI VIGENTI.











martedì 11 ottobre 2011

LA CERAMICA DI MONTELUPO FIORENTINO


Piatto realizzato a Montelupo Fiorentino nel XVII appartenente alla tipologia chiamata degli "arlecchini",  "mostacci" o "bambocciate". Il soggetto è un bravo, rappresentato con corsetto e pantaloni rigonfi a righe, baffi e moschetto.

lunedì 10 ottobre 2011

LA CERAMICA PRODOTTA A MONTELUPO FIORENTINO


Montelupo Fiorentino è un comune in provincia di Firenze, situato alla confluenza del fiume Pesa e Arno. Nato da un piccolo castello e da un borgo, è edificato alle porte della città di Firenze. Acquisisce importanza a seguito della produzione della maiolica, destinata sia alle esigenze dei cittadini fiorentini che all'esportazione. Sono documentati ritrovamenti di ceramica monte lupina in America Centrale, a seguito dei primi insediamenti di europei nel luogo, Filippine e Scozia.


I primi manufatti conosciuti risalgono alla fine del duecento, ma già nel XIV e XV secolo, la produzione ceramica era molto consistente, per diventare, nel rinascimento uno dei centri di produzione ceramica più attivi. 

Risale alla metà del quattrocento, l'apertura, da parte di maestranze monte lupine, di fornaci nella vicina città di Firenze, fornendo un importante contributo allo sviluppo della ceramica quattrocentesca nella città medicea.

Sempre in questo periodo, artisti ceramici impiegati nelle numerose fabbriche di Montelupo Fiorentino, andarono a lavorare a Faenza, Cafaggiolo e si spinsero fino a Caltagirone, permettendo in quei luoghi la nascita di una tradizione ceramica. 

La produzione ceramica del cinquecento e del seicento è caratterizzata dalla realizzazione di manufatti ceramici ad uso farmaceutico, come quella per le farmacie fiorentine dei domenicani di San Marco e di Santa Maria Novella.  


Il versatore, anche chiamato: brocchetta o orciolo, è una maiolica ad uso farmaceutico, si caratterizza dal corpo di forma ovoidale e dal pippolo, un beccuccio a tubetto.


Versatore P e versatore PA prodotti a MonteLupo Fiorentino nel XVI secolo. Questa maiolica ad uso farmaceutico, si caratterizza dal corpo di forma ovoidale e dal pippolo, un beccuccio a tubetto.




Versatore P con decoro a foglia di vite
Altezza 24,5 cm
Diametro della base 8,9 cm
Diametro della bocca 7,7 cm
Cartiglio anepigrafo
Nella parte del corpo sottostante alla base dell’ansa, in color blu, è tracciata la lettera P

Il motivo decorativo che ricopre la maggior parte della superficie è realizzata con foglie bipartite di vite, fiori, frutti e viticci, tutti dipinti in color blu.

Versatore PA con decoro a palmetta persiana
Altezza 24,5 cm
Diametro base 8,1 cm
Diametro bocca 7,4 cm
Cartiglio anepigrafo
Nella parte del corpo sottostante alla base dell’ansa, in color blu, è tracciata la lettera PA

Il motivo decorativo è stato definito dal Ballardini “ palmetta e rosetta persiana “, un fiore a forma di grappolo, composto da otto petali appuntiti che si ripete sulla superficie decorata. Questo decoro si diffonde nella maiolica italiana, nella seconda metà del XV secolo, trovando ampia eco in Romagna, Toscana e Umbria. Per il Liverani, questo decoro raffigura un turgido frutto a pigna veduto sia in sezione orizzontale che verticale, con delle varianti che lo ravvicinano, a volte, al fiore del cardo. Il decoro è di ispirazione medio orientale, i prototipi si riscontrano, a partire dal XIII secolo, su ceramiche, stoffe e tappeti persiani. In questo versatore possiamo riscontrare la tipica versione realizzata a Montelupo, il Berti nel suo libro intitolato “ la maiolica di Montelupo Secoli XIV –XVII, edito nel 1986, ritiene che esemplari con questo decoro non possano essere datati prima degli inizi del XVI secolo. Questo elemento decorativo fu tra i più apprezzati dai vasai monte lupini, che lo utilizzarono per tutto il secolo, sia pure con variazioni nell’esecuzione e nei colori, uscì dall’uso solo agi inizi del seicento.






Nel XVII e XVIII secolo vede l'affermazione di una nuova tipologia chiamata gli "arlecchini",  alludendo alla eccezionale ricchezza cromatica della decorazione, e meno frequentemente "mostacci" o "bambocciate". Queste ceramiche sono dei piatti dove i colori usati, vivacissimi e tipici di questa tavolozza ceramica di questa località, sono: il giallo antimonio, il giallo arancio ottenuto con la "ferraccia", antico nome usato per definire la ruggine del ferro, i verdi ramina, i bruno-viola ottenuti dal manganese e l'azzurro derivante dal cobalto. Gli altri due nomi, "mostacci" o "bambocciate", alludono al soggetto: gentiluomini, paggi, bravi, raffigurati con corsetti a righe, pantaloni rigonfi, baffi e da qui il termine "mostacci", cappelli piumati, armati di spade, alabarde e moschetti. Qualche volta a cavallo, altre volte immersi in scorci di paesaggio, ma sempre dipinti con intento caricaturale, i personaggi più raffigurati, e temuti, furono i soldati Lanzichenecchi, al soldo di Carlo V.


Piatto realizzato a Montelupo Fiorentino nel XVII appartenente alla tipologia chiamata degli "arlecchini",  "mostacci" o "bambocciate". Il soggetto è un bravo, rappresentato con corsetto e pantaloni rigonfi a righe, baffi e moschetto.




Queste ed altre ceramiche sono in vendita presso lo spazio espositivo del sito www.maremagnum.eu





IN ACCORDO CON LA LEGGE 22/04/1944 NUMERO 633, CONSOLIDATA NEL 2008, SULLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE, L’INTERO CONTENUTO DI TESTI, IMMAGINI E SUONI PUBBLICATO IN http://maremagnumeu.blogspot.com/ E’ PROPRIETA’ PRIVATA, SALVO QUANDO DIVERSAMENTE SPECIFICATO. NE SONO STRETTAMENTE PROIBITI, LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, E QUALUNQUE ALTRO USO SENZA ESPLICITA AUTORIZZAZIONE. OGNI ABUSO SARA’ PERSEGUITO A NORMA DELLE LEGGI VIGENTI.